Mezzanotte è passata da poco, riesco a postare un altro pezzo di diario. Si tratta del mio passaggio in un piccolo rifugio vicino al Lago Vargno.
Ieri verso sera sono scesa da Gressoney verso Donnas, alla base vita c'erano parecchi soggetti interessanti, un po' acciaccati ma per niente intenzionati a demordere. Incontro Luca e lavoriamo sullo stesso tavolo, alle nostre spalle un signore decide di dormire con i piedi fuori dalla finestra per avere un po' di sollievo dopo la lunga camminata.
Verso mezzanotte decidiamo di far combaciare la strada di questo blog e ci dirigiamo insieme verso il Lago Vargno.
Facciamo qualche foto in esterno, rivolti verso la montagna si possono distinguere chiaramente le frontali delle persone che si stanno avvicinando, la montagna ne è completamente addobbata, è uno spettacolo.
La temperatura si abbassa e decido di rientrare, l'interno del rifugio è rimasto quello di 50 anni fa, il pavimento di assi di legno irregolari, un grande tavolo nel mezzo illuminato da un lampadario posizionato in centro. I fornelli sono accesi, la moka pronta, attorno alla finestra si è creata un po' di condensa. L'atmosfera è surrealmente familiare, anche se nessuno si conosce. Il tono delle voci è basso e garbato, mi invitano al tavolo e mi offrono un piatto di pasta. Qualcuno crolla dal sonno, qualcun'altro mi racconta dei suoi guai alle gambe, in generale ci si incoraggia a vicenda. Fuori qualcuno suona un armonica a bocca per mantenere viva la lunga nottata, c'è anche chi canta in patois. Questo posto è pieno di pace, mi sembra di capire che le persone con cui condivido il tavolo stiano facendo un bel viaggio più che una gara. Allora continuo ad ascoltare, a guardare senza essere vista, ad assorbire i racconti, a pensare che la fotografia per me è soprattutto questo.
Buonanotte.