Ieri sono stata nei dintorni e nelle basi vita di Cogne, poi di Donnas, ho percorso un tratto della strada romana che passa da Bard. Ho incontrato le prime donne in gara, fortissime e determinate, sono Nerea Martinez e Francesca Canepa. Il tempo è decisamente cambiato, il sole scalda parecchio, ripenso ai metri di dislivello e ai cambi di temperature durissimi a cui sono sottoposti i partecipanti.
Nelle basi continua ad esserci fermento e attesa, i volontari sono moltissimi e di tutte le età, ognuno impegnato a dare una mano.
Le notizie dell'avanzamento dei primi sono impressionanti, hanno ore di anticipo rispetto all'edizione precente, il primo in gara è ancora lo spagnolo Iker Karrera Aranburu, il secondo invece è Valdostano, di Gressoney. Decido di dirigermi lì per il loro arrivo, sono certa che ci sarà parecchio supporto da parte dei compaesani. Arrivo a Niel con un po' di anticipo, il posto è bellissimo, al gente si è già radunata. La sera si avvicina, percorro a ritroso il sentiero del Tor fino a quando non incontro Aramburu. Va fortissimo, cadenzato, preciso, questa sarà la sua prima pausa di sonno da quando è partito da Courmayeur.
Mi viene in mente una canzone di Frankie Hi-nrg che dice "Gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili", difficile dargli torto in questo caso.
Quando lo seguo nella tenda risponde lucido alle domande, ha le idee molto chiare sul percorso e i tempi. Quando arriva Collé è accolto da una folla affettuosissima, si ferma pochissimo e continua la gara. Domani i primi e le prime saranno già di arrivo a Courmayeur.
Però in questi giorni quegli "ultimi", quelli che sogneranno più a lungo, vado a cercarli e ve li racconto.