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#Day3: Tor 2017, già pronti ad applaudire il vincitore da record

Potrebbe essere una notte insonne per molti. Organizzatori, irriducibili del pubblico, giornalisti, fotografi e operatori tv. E soprattutto amici e familiari di Franco Collé, che tutti pronosticano come vincitore del Tor des Géants® 2017.

Pronostico al momento facile, considerando l’ampio vantaggio che l’atleta valdostano ha sul suo più diretto inseguitore, il basco Javier Dominguez Ledo, a sua volta incalzato a falcate sempre più ampie da Oliviero Bosatelli, il vincitore dello scorso anno.

Secondo le stime, in base ai ritmi sostenuti dalla base di Gressoney in avanti, Collé dovrebbe arrivare a rifugio Frassati prima di mezzanotte, per poi salire sull’ultimo mitico colle, quello del Malatrà, a quasi 3 mila metri di altezza. Da lì al traguardo di Courmayeur “è tutta discesa”, con tanta stanchezza in testa ma anche con qualche nuovo briciolo di adrenalina in corpo.
A conti fatti Collé potrebbe essere al traguardo intorno alle 4 di mercoledì mattina, ben quattro ore in meno rispetto a quanto aveva impiegato Iker Karrera, altro atleta basco e coetaneo di Dominguez (buona annata quella del ’74!) che, nel momento in cui scriviamo, detiene ancora il record della gara con il tempo di 70 ore e 4 minuti.
Se tutto va come i tifosi italiani auspicano, sulla base delle tre ore di vantaggio che ha sull’atleta basco dopo l’uscita dalla base vita di Ollomond, a “soli” 43 chilometri dal traguardo, Collé potrebbe agguantare il suo secondo successo al Tor (nel 2014 aveva vinto nel tempo di 71 ore e 49 minuti). La prima volta che un atleta conquisterebbe due volte il podio, mentre la doppia vittoria si è già concretizzata nella categoria femminile con Anne Marie Gross (2010 e 2011) e Francesca Canepa (2012 e 2013). Il bis potrebbe ripeterlo quest’anno Lisa Borzani, già vincitrice lo scorso anno e attualmente in testa con 4 ore di vantaggio sulla spagnola Silvia Trigueros Garrote. Insomma, Italia Spagna quest’anno potrebbe finire due a zero.

Abbiamo usato volutamente i tempi al condizionale, perché comunque proprio il Tor ha insegnato che negli ultimi chilometri possono succedere cose all’apparenza inaudite.

La vittoria è sancita solo dal passaggio sotto l’arco d’arrivo.

Aggiornato: Mar, 12/09/2017 - 21:30