Oggi riprendo il mio diario di bordo, eravamo rimasti che dovevo scrivere di com'è finita la mia giornata di domenica al Col Fenȇtre. La premessa è che per prima cosa ho scoperto che nei posti magici spesso non c'è il wi-fi e nemmeno il telefono ha campo. Come seconda cosa ho scoperto che in realtà non te ne importa nulla perché l'unica cosa che devi fare è fermarti e guardare. Insomma è successo che scortata da tre baldi giovani arrivo sulla cresta che sta tra Valgrisenche e Rhèmes, proprio in cima, praticamente su quella riga che fanno i bambini quando disegnano le montagne… quel posto dove più in alto di te ci sono solo le nuvole e in certi casi stanno anche molto più in basso. Il paesaggio tra nubi e vento cambia molto rapidamente, passati una ventina di minuti vedo arrivare Iker Karrera Aranburu, poco dopo sale e scollina anche Franco Collé, sono i primi due in gara. Decidiamo di scendere perché le condizioni di luce si stanno abbassando, andiamo incontro agli altri concorrenti. Mi fermo ancora per scattare qualche foto alle persone e al paesaggio. Incrocio la prima donna in gara, è Francesca Canepa. Alla fine arriviamo al Rifugio Epée, fuori è buio e si vedono le frontali che illuminano la strada, dentro c'è una bella luce calda, la gente mangia piatti gustosi e dietro al bancone si spillano birre. Siamo fradici da quanta pioggia abbiamo preso, io m'incanto a sbirciare tra le tende a quadri della cucina, ci sono delle zuppe sul fuoco, sembra un'altra dimensione. Tornando ai posti magici, quindi, auguro a tutti di trovare un momento per stare un po’ in un posto così: senza wi-fi, senza cellulare, senza televisione, in silenzio, a riempirvi gli occhi di bellezza.