TORX Trail Running Races 6-15 Settembre 2024

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Massimo Collè

Un nuovo modo per scoprire la montagna

Da chi al Tor aspira di debuttare (Ita Marzotto) a chi, dal lato opposto, il Tor se lo è gustato fino in fondo in tutte le sue cinque edizioni. Un ‘senatore’ dunque. Massimo Collé, 53 anni, origini valdostane e residenza appena ‘oltre confine’, a Chiaverano, nei dintorni di Ivrea, in Piemonte perciò, ha appuntamento fisso con il Tor fin dalla sua prima edizione; dove arrivò al traguardo un po’ smarrito, come tutti, zoppicando per gli ultimi cento chilometri.

Anche se sono un veterano della corsa, ogni volta è una emozione che nasce da capo”, ci racconta “Per i luoghi, per la gente, per la passione e l’impegno dei volontari, per il nuovo modo di andare in montagna. Prima, per andare per colli e sentieri, si doveva rigorosamente partire presto e tornare presto. Il Tor ha dimostrato che, con l’indispensabile preparazione la prudenza e il buon senso, la montagna si può frequentare a qualsiasi ora, ben conoscendo strade e rifugi. E che al tramonto e di notte è piuttosto affascinante”.

Franco Collé ha vinto l’edizione 2014, ma il cugino Massimo non è rimasto molto indietro; sessantunesimo. “Non avevo avuto voglia di faticare granché”, ricorda lui ridendo. Meglio ancora gli era andata nel 2013, quando aveva chiuso la gara al ventiquattresimo posto.

Massimo, come ti alleni, nel quotidiano?

“Vado in montagna appena posso e la collocazione geografica del paese dove risiedo mi è favorevole. Perché si trova alle porte della Vallée e con le prime salite dell’alto Canavese subito a portata di mano. Non faccio sessioni specifiche, non seguo tabelle, schemi o curo particolari tecnici. Esco di casa e vado appena ne ho la possibilità e per il tempo che al momento ho a disposizione.

Pratico sci alpinismo fino a primavera, poi, via la neve, inizio a trottare per i sentieri in quota. Ho imparato, nel tempo, a correre abbastanza bene in discesa e non patisco star fuori la notte, anzi mi diverto molto. Non resta che fare ‘la distanza’, anche se è evidente che poi, in un ambiente montano come le alte vie valdostane, tutto può succedere. In attesa del via dunque cerco di utilizzare tutto il tempo che mi capita. Per esempio, io lavoro in banca e, se il tempo è buono, spesso ci vado correndo, attraverso i sentieri. Da casa sono solo 24 chilometri… Poi mi cambio, mi vesto da professionista e inizio la mia giornata lavorativa… da sedentario”.

 

 

Aggiornato: Lun, 04/05/2015 - 17:01