Franco Collè, vincitore del Tor 2014, sarà al via anche quest'anno per difendere il suo titolo, cercare di migliorare la propria prestazione cronometrica e, soprattutto, per rinnovare il patto d'amore che lo lega ormai in modo indissolubile alla competizione.
Perché il Tor è tanto importante per te?
E' la gara che mi ha fatto nascere e crescere come atleta. Ma è anche una scuola di vita: s'impara a gestire se stessi, le energie e le emozioni. In fondo dopo averlo vinto non avrei più niente da chiedere: ma la voglia di rivivere quei giorni formidabili continua ad essere troppo forte.
Che materiali userai durante il TOR?
Montura, mio sponsor, ha un'eccellente linea di abbigliamento, con capi particolarmente adatti ad una corsa che si disputa in alta montagna come il TOR, oltre a rispettare tutti i parametri richiesti dal regolamento. Ho avuto modo di provarli con soddisfazione in questi mesi di preparazione
Che cosa consigli a chi affronta il Tor per la prima volta?
Dal punto di vista fisico, conviene prepararsi in modo graduale. Poi essere consapevoli che le crisi arriveranno e saranno parecchie. Sapere gestire, di testa, quei momenti difficili è decisivo. Le ricognizioni del percorso sono importanti proprio perché durante la gara sapere che cosa ci attende aiuta a dosare le energie in modo corretto. Infine, non guardate gli altri concorrenti: andate con il vostro ritmo.
Qual è, a tuo parere, il settore di gara più delicato?
Il tratto da Donnaz al Rifugio Coda. Lo si affronta dopo la lunghissima discesa dalla Fenêtre di Champorcher che qualche segno nella muscolatura lo lascia sempre. Poi ci sono un tratto corribile, la salita a Perloz e soprattutto l'infinita ascesa al Coda. L'ho sempre fatta molto piano, lasciandomi superare da qualche concorrente. Se si esagera in quel tratto, subito dopo si paga il conto.
Foto: PillowLab