Dopo una notte di freddo e una nuova mattina di caldo intenso – cambio climatico non sempre facile da gestire tanto che i mal di pancia sono stati quasi una costante – le belle ma severe montagne del Tor des Géants® hanno presentato il primo conto, che ha costretto al ritiro, dopo esattamente 24 ore di gara, 75 concorrenti (diventati poi 115 dopo 31 ore di gara).
Tra i ritirati anche alcuni nomi decisamente illustri, da podio. Come Jules Henri Gabioud, il primo della lista, seguito a breve distanza da Michele Graglia, Enzo Benvenuto, Paolo Rossi, Nico Valsesia, Cristian Caselli e, tra le donne, Katia Figini. “Colpa” dicono gli osservatori più accreditati, di un ritmo davvero elevato, e c’è da credere loro, considerando che i primi due concorrenti sono arrivati alla base di Donnas, al km 151,3 dell’intero percorso, in poco meno di 24 ore. Mezz’ora al di sotto del ritmo tenuto dallo spagnolo Iker Karrera, che vinse la quarta edizione del Tor in 70 ore, record al momento imbattuto.
I due di testa a Donnas e anche nei punti di controllo successivi, sulla strada verso Gressoney, al Km 205,9, sono due ingegneri: il basco Javier Dominguez, nato nel 1974, e l’italiano Franco Collé, nato nel 1978. A separarli, una ventina di minuti
A seguirli con un buon passo e a meno di un’ora, Oliviero Bosatelli, il vigile del fuoco bergamasco che vinse il Tor lo scorso anno. Dei tre il “Bosa” è sembrato essere il più rilassato e reattivo e di conseguenza le sue possibilità di recuperare strada e tempo sui due che lo precedono sembrano ampie.
Tra le donne continua a dominare, come ha fatto fin dal via, Lisa Borzani, l’atleta veneta da marzo trasferitasi in pianta stabile in Valle d’Aosta. A Donnas ha fatto una sosta rapida e ben organizzata dal suo assistente, che è anche il suo compagno di vita, e poi è ripartita allegra e di buon passo, pur se la sua più diretta rivale, Silvia Trigueros Garrote, era ancora decisamente lontana, un paio d’ore indietro.
Ma Lisa sa che due ore di vantaggio, al Tor, sono davvero un’inezia.